Cos’è il botulismo: differenze fra botulismo alimentare e botulismo infantile
Si possono avere 5 forme di questa malattia: “due forme di natura tossica, come il classico botulismo alimentare ( da ingestione di cibi contaminati da tossina preformata) e il più recente botulismo iatrogeno (da errato uso della tossina per scopi terapeutici o cosmetici), e tre forme infettive, conseguenti alla moltiplicazione del microrganismo in vivo in tessuti animali (botulismo da ferita) o nel lume intestinale dei neonati e adulti (botulismo infantile o intestinale dell’adulto)”.
Quindi per prima cosa facciamo una precisazione per quello alimentare, legato ai cibi contaminati dalla tossina del botulino: riporta Epicentro che “il botulino può essere presente in cibi inscatolati o conservati, soprattutto di produzione domestica ma anche, in qualche caso, industriale. Le conserve preparate in casa (per esempio la verdura sott’olio) sono uno dei prodotti in cui più facilmente si può rischiare la presenza della tossina botulinica” e che “tutti i cibi conservati che non vengono fatti cuocere e che hanno un basso grado di acidità (pH sopra il 4,6), possono costituire un ambiente adatto alla crescita del botulino”.
Come si sviluppa e quali sono i fattori di rischio per il botulismo infantile
Se parliamo di botulismo infantile invece, parliamo non di un’intossicazione ma di una tossiemia causata dalla tossina botulinica prodotta a livello dell’intestino di neonati.
“Tale sindrome è causata da clostridi neurotossigeni che vengono ingeriti sotto forma di spora, sopravvivono all’acidità gastrica e raggiungono l’intestino.
In conseguenza dell’immaturità della flora intestinale dell’ospite […] le spore possono germinare, moltiplicarsi, colonizzare temporaneamente il lume intestinale a livello del colon e produrre in situ la neurotossina.
La tossina viene poi assorbita dalla mucosa dell’intestino tenue e, attraverso il circolo linfatico e quello sanguigno, raggiunge le terminazioni […] neuromuscolari”.
Per quanto riguarda i fattori di rischio “l’età è l’unico fattore sicuramente predisponente per il botulismo infantile: la maggior parte dei casi interessa bambini di età inferiore a 6 mesi […] e tutti al di sotto dell’anno”.
Questa condizione è dovuta infatti all’immaturità del macrobiota intestinale, cioè dei batteri buoni del nostro intestino, che nei bambini inferiori ad un anno non è in gradi di prevenire la colonizzazione da parte delle spore.
Un fattore predisponente inoltre “è la ridotta motilità intestinale (meno di una evacuazione al giorno) che può favorire la colonizzazione di spore di clostridi”.
Complicazioni per capire l’importanza della prevenzione del botulismo infantile
Sorvolando sulla diagnosi e il trattamento, visto che sono di competenza squisitamente medica, vorrei soffermarmi brevemente sulle complicazioni di questa sindrome, per sottolineare l’importanza della prevenzione, anche se parliamo di una malattia piuttosto rara.
Come riportato in tabella IX del PDF, le complicazioni generali del botulismo infantile possono essere:
- Arresto respiratorio
- Encefalopatia ipotossica e danno cerebrale irreversibile o morte
- Arresto cardiaco
- Sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico
- Otite media (da disfunzione della tuba di Eustachio o da uso di sondino nasogastrico)
- Infezioni del tratto urinario o da uso di catetere vescicale
- Setticemia da catetere intravascolare
- Colite grave da Clostridium
- Instabilità autonomica
- Polmonite
- Diverse complicazioni legate alla necessità di effettuare un’intubazione
Cosa c’entra il miele col botulismo infantile?
“Il miele è il solo veicolo alimentare sicuramente correlato, da evidenze epidemiologiche e di laboratorio, al botulismo infantile”
“I neonati assumono miele principalmente quando viene posto sul succhiotto oppure viene aggiunto come dolcificante nel latte in polvere e negli infusi.
Il miele, in quanto prodotto naturale, può contenere le spore che le api raccolgono durante la loro attività. Nel miele le spore possono sopravvivere, ma non moltiplicarsi e produrre tossina, in dipendenza delle sue caratteristiche chimico-fisiche […].
Inoltre, i trattamenti convenzionali utilizzati per distruggere le spore non possono essere usati nel caso del miele perché altererebbero le caratteristiche organolettiche del prodotto, rendendolo non idoneo al consumo umano”.
La parte forse più importante del file dell’ISS, almeno per le mamme e i papà, è forse l’ultima, quella delle raccomandazioni.
“Il miele è l’unico alimento correlato al botulismo infantile, che può essere eliminato dalla dieta dei neonati senza problemi ed evitato come dolcificante sui succhiotti.
D’altra parte, nell’indirizzare le madri in tal senso, i pediatri dovrebbero illustrare con chiarezza il significato di questa restrizione, eliminando eventuali dubbi sull’intrinseca tossicità o pericolosità del miele, e circoscrivendo chiaramente il problema a bambini di età inferiore a un anno.
Tale precauzione deve essere concomitante a una campagna di informazione diretta a genitori, pediatri e presidi ospedalieri sul botulismo infantile e sull’esatta correlazione tra fonte di spore e insorgenza della malattia”.
Va infine ricordato che la cottura a temperature superiori a 80° uccide la tossina botulinica, che è una proteina termolabile, ma questo non vale per le spore, quindi il miele va completamente escluso dalla dieta dei bimbi sotto ai 12 mesi anche per preparazioni come torte o dolci da forno.
Condividete queste informazioni, affinché tutti i genitori, i nonni e in generale chi si occupa dell’accudimento dei bambini, abbia ben chiara l’importanza di questa semplice indicazione: non si dà il miele a un bambino che ha meno di 1 anno.
Bibliografia:
Il botulismo infantile - pubblicato in “Area Pediatrica” n.7/8 ottobre 2009
Botulismo alimentare - portale on line di Epicentro, alla voce Malattie Infettive