Vi ho già parlato di cos’è la diastasi addominale post parto e come ho scoperto di averla; poi ho scritto un articolo anche su come curare la diastasi addominale. Oggi mi soffermerò su due aspetti pratici essenziali: l’autovalutazione e l’ecografia per la diastasi addominale. Per evitare spese inutili ed esami non necessari, leggete fino in fondo questo breve articolo e se volete ponete le vostre domande nei commenti.
Autovalutazione diastasi addominale: come farla a casa da sole
Un piccolo promemoria su come riconoscere la diastasi addominale. La cosa più semplice è osservare la propria pancia e fare l’autovalutazione.
Sdraiate a pancia in su, piegate le ginocchia in modo da appoggiare le piante dei piedi a terra. Mettete la punta delle dita della vostra mano sopra gli addominali all’altezza dell’ombelico: dovranno essere parallele alla linea della vita e perpendicolari alla linea mediana. Premete ora delicatamente sull’addome, con i muscoli rilassati; sollevate la testa e le spalle (come per fare un crunch) e contraete i muscoli. Se avete una diastasi addominale sentirete affondare le dita e uno spazio fra i due fasci di muscoli, che si avvicineranno nella contrazione stringendo le dita come una morsa. Fate questa operazione lungo tutta la linea mediana.
Se la descrizione non è abbastanza chiara, potete vedere anche il video dell’autovalutazione qui, in fondo all’articolo.
Ecografia diastasi addominale: tutto quello che dovete sapere
A volte l’autovalutazione della diastasi addominale è molto semplice, perché ad esempio la separazione dei muscoli è molto ampia ed evidente, oppure perché l’addome presenta poco grasso e i muscoli sono visibili così come la “fossa” che si crea fra di loro.
Capita spesso però che le cose non siano così chiare. A questo punto se si ha il dubbio è possibile proseguire l’iter facendo un’ecografia o una visita specialistica. La scelta dipende dal percorso che vorrete intraprendere.
Quando farla e soprattutto che tipo di ecografia fare per la diastasi addominale
L’ecografia non è indispensabile, ma è necessaria se volete accedere all’intervento di correzione della diastasi attraverso il SSN.
Le regioni e i diversi ospedali hanno infatti dei criteri per la messa in lista per questo tipo di interventi, che prevedono una soglia di sbarramento. Questa soglia è diversa da un nosocomio all’altro, ma in generale posso dirvi che si assesta sopra i 4 o 5 cm e talvolta viene anche richiesta la presenza di un’ernia.
Fare un’ecografia quindi vi aiuta a capire se siete delle candidate per l’intervento in mutua. Per questo motivo il mio consiglio è di cercare un buon medico ecografista, magari che conosca anche la patologia, che possa eseguire una misurazione scrupolosa e attenta.
Per trovare queste caratteristiche molte donne si devono rivolgere al settore privato, accollandosi il costo dell’esame. Per questo suggerisco di fare l’ecografia solo se necessario, altrimenti passare allo step successivo.
Se si vuole tentare a fare questa indagine con il SSN, occorre avere una ricetta rossa e prepararsi a una serie di inconvenienti, che sono abbastanza comuni, a partire dalla scarsa informazione di molti medici di base. E lo dico con rammarico. Potreste sentirvi dire che quella che lamentate è una patologia inesistente, come poteste venire accontentate nella vostra richiesta ma ritrovarvi la ricetta sbagliata.
Quale dicitura deve riportare la ricetta per l’ecografia per la diastasi addominale
L’ecografia per la diastasi deve andare a misurare la distanza fra i muscoli retti dell’addome e la presenza di ernie. E’ un’ecografia di superficie, se così vogliamo dire.
Le diciture corrette sono:
- ecografia cute e sottocute (o tessuto sottocutaneo)
- ecografia muscolo-tendinea
- ecografia parete addominale
Per queste ecografie non serve nessuna preparazione e nessuna dieta particolare.
La dicitura ecografia addome completo non è corretta, perché si tratta di un’indagine che va a controllare lo stato degli organi interni (fegato, cistifellea, vie biliari, milza, reni, il pancreas, stomaco, vescica, ecc.). Per questo viene richiesto il digiuno e la vescica piena.
Come prendere la misura della diastasi
Se vi siete rivolti a un buon medico, non avrete problemi. Se invece vedete delle incoerenze in fase di prenotazione (ad esempio vi dicono di stare a digiuno per una muscolo-tendinea) accertatevi che il medico prenda la misura della distanza dei retti dell’addome a riposo. Sembra un’ovvietà, ma fidatevi, non lo è.
Assicuratevi anche se siano riportati nel referto i cm e non una dicitura generica tipo “rilevata ampia diastasi dei retti”.
Un metodo di indagine alternativo è la risonanza magnetica.
Quando non serve fare l’ecografia per la diastasi addominale
L’ecografia non serve se avete deciso di affrontare l’intervento privatamente. In questo caso potete risparmiarvi i soldi dell’esame (o farli risparmiare al SSN) e prenotare direttamente la visita con il chirurgo plastico. Sarà lui, in sede di visita, a valutare lo stato della vostra parete addominale e a consigliarvi l’intervento migliore per ripristinarne la funzionalità.
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