Le indicazioni ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la corretta preparazione e la somministrazione di un biberon latte artificiale in polvere.
Ci tengo a sottolineare che personalmente sostengo in ogni modo l’allattamento materno, ma obiettivamente questo non è sempre possibile, per cui mi pare corretto dare delle indicazioni sulla preparazione di un biberon alle mamme che non possono o scelgono di non allattare i propri figli, anche perché sulle confezioni di latte formulato ho visto che a volte le indicazioni sulla preparazione non sono corrette.
La mia intenzione non è quella di procurare più preoccupazioni alle mamme di quante non ne abbiano (e riguardo al cibo ce ne sono fin troppe!) ma solo di fare informazione.
Perché è necessario seguire delle procedure per preparare il latte artificiale in polvere?
L’attenzione a queste procedure di preparazione nasce dalla possibilità di contaminazione da Enterobacter Sakazakii e Salmonella, nel formula in polvere per bambini. Diversi casi sono avvenuti negli USA, ma sono stati registrati anche episodi in Europa.
Questi casi furono oggetto di un’interrogazione parlamentare anche in Italia, e negli anni successivi il Ministero della Salute invitò, tramite una circolare, i produttori a rivedere le etichette dei loro prodotti, in modo da riportare informazioni corrette per la preparazione. Ma a distanza di anni ancora molte riportano indicazioni errate.
Questi casi furono oggetto di un’interrogazione parlamentare anche in Italia, e negli anni successivi il Ministero della Salute invitò, tramite una circolare, i produttori a rivedere le etichette dei loro prodotti, in modo da riportare informazioni corrette per la preparazione. Ma a distanza di anni ancora molte riportano indicazioni errate.
Le indicazioni dell’OMS
Per minimizzare i rischi per i neonati, L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dà delle precise indicazioni su come prepare un biberon, stilando nel 2007 le Linee Guida per la preparazione e la somministrazione di latte artificiale in polvere.
Un passaggio importante da sottolineare da tale documento:
“Powdered infant formula (PIF) has been associated with serious illness and death in infants due to infections with Enterobacter sakazakii. During production, PIF can become contaminated with harmful bacteria, such as Enterobacter sakazakii and Salmonella enterica. This is because, using current manufacturing technology, it is not feasible to produce sterile PIF. During the preparation of PIF, inappropriate handling practices can exacerbate the problem.” E ancora “In general, sterile liquid infant formula is recommended for infants at the highest risk of infection. Where sterile liquid infant formula is not available, preparation of PIF with water at a temperature of no less than 70 °C dramatically reduces the risk. Minimizing the time from preparation to consumption also reduces the risk, as does storage of prepared feed at temperatures no higher than 5 °C.”
“Powdered infant formula (PIF) has been associated with serious illness and death in infants due to infections with Enterobacter sakazakii. During production, PIF can become contaminated with harmful bacteria, such as Enterobacter sakazakii and Salmonella enterica. This is because, using current manufacturing technology, it is not feasible to produce sterile PIF. During the preparation of PIF, inappropriate handling practices can exacerbate the problem.” E ancora “In general, sterile liquid infant formula is recommended for infants at the highest risk of infection. Where sterile liquid infant formula is not available, preparation of PIF with water at a temperature of no less than 70 °C dramatically reduces the risk. Minimizing the time from preparation to consumption also reduces the risk, as does storage of prepared feed at temperatures no higher than 5 °C.”
“L’Ent. sakazakii, però, non sopravvive al processo di pastorizzazione (il trattamento termico del latte che può avvenire a 71,6 °C per 15”); infatti, alla temperatura di 72 °C resiste soltanto per 1,3 secondi circa (Nazarowec-White e Farber, 1997b).
[…] Inoltre, uno studio recente ha dimostrato che reidratando il latte formulato in polvere con acqua alla temperatura di 70 °C si ha una riduzione di 4 log della carica iniziale di Ent. sakazakii, mentre quando la temperatura dell’acqua è di 50 °C non si ha alcuna in attivazione (Edelson-Mammel e Buchanan, 2004). Dal momento che le istruzioni riportate sulle confezioni presenti in commercio riguardo le modalità di ricostituzione dei latti formulati in polvere non prevedono l’impiego di acqua ad una temperatura appropriata per l’inattivazione del microrganismo, è stata prospettata l’opportunità che le imprese produttrici revisionino in maniera appropriata le modalità di ricostituzione di questa tipologia di prodotto.
[…] Anche se non sono noti tutti veicoli coinvolti nella trasmissione di Ent. sakazakii, i numerosi dati disponibili in letteratura indicano il latte formulato in polvere per l’infanzia come la fonte maggiormente coinvolta. “
Riassumiamo
Riassumendo, oltre alle comuni norme igieniche come lavarsi le mani prima della preparazione del latte o la pulizia e la sterilizzazione dei biberon, viene raccomandato di:
- usare, per la rigenerazione del prodotto, acqua a temperatura superiore o uguale a 70°C, questo perché solo a questa temperatura si eliminano gli eventuali batteri presenti nel latte;
- raffreddare rapidamente il prodotto ricostituito fino alla temperatura di somministrazione, ad esempio sotto acqua corrente fredda, perché a temperature fra 7 e 65°C i batteri si moltiplicano in maniera molto rapida;
- preparare il biberon subito prima della poppata, per evitare appunto la proliferazione di eventuali batteri non eliminati;
- non riscaldare né riutilizzare il latte avanzato.
L’OMS inoltre richiede che sulle etichette venga riportata una dicitura che informi che il prodotto non è sterile, ma non ho mai visto una confezione di latte formulato con questa indicazione.
Diverso è invece il discorso per il latte liquido: questo è sterile, infatti è possibile somministrarne il contenuto anche a temperatura ambiente, nel caso la confezione sia aperta per la prima volta. Dopodiché va conservato in frigorifero e scaldato al momento della poppata.
Consigli pratici:
- VALUTARE LA POSSIBILITA’ DI SCEGLIERE UN LATTE LIQUIDO SE: siete fuori casa o avete difficoltà a preparare il latte alla temperatura corretta; se il vostro bimbo è prematuro; nelle prime 4 settimane di vita;
- SEGUIRE SEMPRE LE TEMPERATURE CORRETTE PER LA RIGENERAZIONE DEL LATTE IN POLVERE: se il bimbo dovesse piange così forte da tirare giù la casa e vi si strazia il cuore, non importa, occorreranno pochi minuti.
- NON PREPARARE IL LATTE FREDDO PER POI TENERLO NEL TERMOS E SCALDARLO AL MOMENTO: su internet ho sentito anche questa pratica, per comodità. Per uscire di casa o per la notte, alcune mamme preparano il latte in acqua fredda e lo riscaldano al momento della poppata, spesso senza raggiungere i famosi 70°.
- STERILIZZARE IL BIBERON: smettere dopo i primi 2 o 3 mesi perchè “tanto ormai si mette tutto in bocca e i germi li raccoglie comunque” non è una buona idea: la sterilizzazione del biberon serve per le eventuali contaminazioni del latte e per i batteri che possono svilupparsi, che non sono quelli più comuni e innocui dei suoi giochi. E’ ancora più importante per quei bambini che (ahimè) rimandano le vaccinazioni. Quasi tutte noi mamme abbiamo una dotazione di almeno 4-6 biberon, quindi dopo averli lavati bene basta sterilizzarli tutti insieme una volta al giorno.
Detto questo, io ho adottato uno stratagemma per velocizzare la parte del raffreddamento, senza rinunciare all’alta temperatura di rigenerazione: riscaldo al microonde solo una parte dell’acqua (fino a 75°C), nella quale vado a sciogliere bene il latte, dopo di che aggiungo la restante acqua a temperatura ambiente, ottenendo un biberon con un latte a temperatura di 43/45°C. Il tempo di prendere il bimbo in braccio e sistemarci per la poppata, che il latte è a una temperatura perfetta.
Ci tengo a sottolineare che questa procedura è una scorciatoia, rispetto alle indicazioni ufficiali, che a parere mio e di mio marito garantisce comunque l’eliminazione degli eventuali batteri presenti nel latte formulato.
Buona poppata!
Bibliografia
ISS - Istituto Superiore di Sanità, Pericoli microbiologici emergenti nell’alimentazione del neonato: il caso Enterobacter sakazakii, 2004, 35 p. Rapporti ISTISAN 04/13